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Età e sole, a volte, sono i peggiori nemici della pelle. Scopri insieme al Prof. Enzo Berardesca, esperto in Dermatologia a Roma, a cosa sono dovute le fastidiose macchie cutanee
Le macchie cutanee (scure o marroni) compaiono generalmente nelle sedi scoperte dopo i 20-30 anni, e sono costituite spesso da un accumulo del pigmento della pelle (melanina) che si deposita nell’epidermide o nel derma superficiale.
A seconda della loro profondità nella pelle, possono assumere sfumature di colore lievemente diverso. Quelle più superficiali sono più marroni e più facilmente trattabili; quelle profonde possono avere un alone grigio-bluastro e sono più persistenti.
Le cause sono associate ad una eccessiva esposizione solare. Compaiono anche in persone poco esposte, ma generalmente più avanti con l’età.
Possono essere influenzate da fattori ormonali, soprattutto nelle donne (contraccettivi orali o gravidanza), ed alcuni farmaci possono peggiorare la situazione.
Lo stile di vita con una regolare fotoprotezione quotidiana, anche nei mesi invernali, è il modo migliore e più “naturale” per prevenire la loro formazione. Infatti, in persone poco esposte per tutta la vita, come ad esempio le suore, sono poco frequenti.
Le persone più esposte sono le donne, soprattutto quelle con fenotipo mediterraneo. Queste, infatti, sono più predisposte geneticamente a produrre melanina e, quindi, si pigmentano più facilmente.
Le macchie cutanee sono anche un segno dell’età: tanto più si è avanti con l’età, tanto più è probabile averle, anche per la dose maggiore di raggi UV accumulata nel corso degli anni.
Non ci sono particolari patologie correlate con queste macchie indotte dal sole.
Chiaramente, queste vanno differenziate da altre macchie scure (tipo voglie color caffelatte) che possono comparire in infanzia e che, in alcuni casi, possono essere associate a patologie ereditarie
Il trattamento può essere effettuato con creme a base di sostanze depigmentanti che si acquistano in farmacia.
Nei casi più severi si può ricorrere ad una terapia fisica (crioterapia, laser) a seconda delle caratteristiche delle lesioni.
Attenzione però: nessuna terapia sarà efficace se non sarà associata ad una regolare e rigorosa fotoprotezione!
Editor Karin Mosca
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La dermatite atopica colpisce fin dalla nascita. Il Prof. Enzo Berardesca, esperto in Dermatologia a Roma, ci spiega tutto ciò che c’è da sapere su questa patologia della pelle
La dermatite atopica, detta anche eczema costituzionale, può comparire fin dalle prime settimane di vita, ed è la conseguenza di una forte predisposizione genetica che induce alterazioni del sistema immunitario della pelle, alla base della dermatite stessa.
In Italia circa un terzo dei bambini presenta alla nascita queste caratteristiche; nei Paesi Asiatici la percentuale può salire fino al 60% della popolazione. I bambini che da neonati presentano il fenomeno della “crosta lattea” sono potenzialmente candidati allo sviluppo della dermatite atopica negli anni successivi.
La dermatite atopica è una dermatite eczematosa che si manifesta con rossore, desquamazione e forte prurito, prevalentemente al volto, alle zone flessorie degli arti ed alle pieghe dei gomiti e delle ginocchia.
Generalmente colpisce entrambi i sessi in egual misura e compare nei primi mesi di vita, per poi attenuarsi o scomparire del tutto verso l’adolescenza. Tuttavia, è sempre più frequente il riscontro di dermatite atopica in individui adulti che non ne avevano sofferto in modo particolare durante l’infanzia.
La predisposizione genetica, che induce un’alterata risposta immune, è la causa fondamentale alla quale si associano alterazioni, sempre su base genetica, della funzione di barriera cutanea. Queste alterazioni contribuiscono a favorire la reazione infiammatoria sulla pelle.
In particolare, nello strato corneo (strato più superficiale della pelle) si è evidenziata una carenza di ceramidi, lipidi fondamentali per mantenere una corretta idratazione ed una funzione di barriera ottimale. Per questo motivo, la pelle dei soggetti atopici è sempre più secca rispetto ai soggetti normali.
Lo stress può peggiorare la situazione, ma non è la causa determinante. I soggetti atopici, inoltre, possono soffrire di allergie, anche alimentari: devono stare particolarmente attenti ad evitare eventuali cibi che non tollerano.
La diagnosi si basa generalmente sull’esame clinico del Dermatologo, eventualmente supportato da un esame istologico. Gli esami del sangue non sono utili, se non quelli per evidenziare eventuali allergie.
Il trattamento può essere topico o sistemico, in base alla gravità della dermatite. Il trattamento è esclusivamente farmacologico con antistaminici, cortisoni ed immunomodulatori topici o sistemici. Sono molto utili gli emollienti e gli idratanti topici per migliorare la secchezza cutanea e la funzione di barriera. Utile anche la fotobalneoterapia, ovvero l’esposizione solare moderata ed i soggiorni al mare in estate.
La prevenzione della dermatite atopica consiste:
Editor Karin Mosca
La psoriasi è una patologia della pelle immunomediata, che compare su base genetica. Non è, quindi, né infettiva né contagiosa. È una malattia cronico recidivante, che si manifesta con delle chiazze rossastre che desquamano in diverse parti del corpo, in prevalenza su gomiti, gambe, braccia, ginocchia e cuoio capelluto. Il paziente affetto da psoriasi grave, però, può avere un interessamento di tutta la superficie cutanea: in questo caso si parla di eritrodermia.
La psoriasi si riscontra raramente nei bambini, e non ci sono differenze determinanti tra uomini e donne. Appare in particolare tra i 20 e i 30 anni (più aggressiva e solitamente associata ad altre patologie) e tra i 40 e i 50 anni.
Il sintomo più evidente è la comparsa di macchie rosse che desquamano e che causano prurito. Un altro sintomo è il dolore: la pelle, essendo molto secca e infiammata, si lesiona facilmente.
Sebbene la diagnosi sia piuttosto semplice, la psoriasi può essere confusa con altre patologie della pelle, come eczema, dermatite seborroica e dermatite atopica.
La causa è soprattutto la predisposizione genetica. La psoriasi è dovuta ad un ricambio (turnover) troppo veloce delle cellule cutanee: l’organismo produce continuamente nuove cellule negli strati più profondi della pelle. Queste cellule si muovono gradualmente verso la superficie, dove le cellule che in precedenza occupavano gli strati più esterni muoiono e vengono eliminate attraverso la desquamazione. Questo processo avviene, in una persona sana, nel giro di 3-4 settimane, mentre nelle persone con psoriasi questo ricambio è molto più rapido (3-7 giorni). Quando raggiungono la superficie della pelle, le cellule non sono completamente mature e originano le placche tipiche di questa malattia.
La psoriasi viene scatenata da alcuni fattori:
I soggetti più a rischio sono coloro che, in base alla loro attività, sono più esposti a questi agenti.
Il 30% dei pazienti che soffrono di psoriasi sono colpiti da artrite psoriasica, un interessamento infiammatorio delle articolazioni. È questa una complicanza che può colpire tutte le articolazioni (soprattutto quelle di mano e piede). Colpisce inizialmente le entesi, i fasci muscolari che si attaccano alle articolazioni.
Il tempo di latenza clinico tra l’insorgenza della psoriasi e quello dell’artrite psoriasica può essere molto variabile, talvolta oltre i 10 anni. Vi sono anche forme di artrite psoriasica che compaiono prima della comparsa delle macchie cutanee: in questo caso la diagnosi risulta più difficile e la patologia si definisce artrite psoriasica sine psoriasi.
Le terapie, sia topiche (da applicare direttamente sulle macchie) che sistemiche (farmaci), hanno lo scopo di ridurre la risposta infiammatoria e immunitaria della pelle per ripristinare il normale ricambio cellulare.
Per le forme più lievi di psoriasi, possono essere utili delle creme locali a base di vitamina D e cortisone. Anche con la fototerapia (lampade a raggi ultravioletti filtrati) si possono ottenere ottimi risultati.
Per le forme più gravi, invece, si possono assumere dei farmaci sistemici tradizionali (di origine chimica; retinoidi e alcuni immunosoppressori) per via orale e farmaci biologici (anticorpi), da iniettare per via endovenosa o sottocutanea.
Attenzione anche allo stile di vita! Oggi sappiamo che i pazienti affetti da psoriasi corrono un rischio maggiore rispetto agli altri di sviluppare malattie metaboliche quali il diabete, l’ipertensione e l’aterosclerosi. Da qui l’importanza di seguire una dieta sana, ricca di antiossidanti e vitamine. Il fumo di sigaretta, poi, aumenta lo stress ossidativo e peggiora tutte queste situazioni.
Editor Karin Mosca